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Nel lavoro quanto conta l’esperienza? “Tanto” mi sentirei rispondere da un artigiano che ha imparato il mestiere dal padre e che tuttora esercita con maestria. L’esperienza però non basta più. Il mondo del lavoro cambia con un ritmo tale che non si può neanche più parlare per cicli, oramai il cambiamento è un flusso continuo. L’aveva intuito A. C. Doyle già due secoli fa quando fece pronunciare al suo personaggio una frase che è diventata di uso comune: “Non si finisce mai di imparare”. Imparare però è un processo complesso. In particolare nel lavoro e ancor di più per la sicurezza sul lavoro, per la quale vorrei porre un’attenzione particolare, ne va della vita nostra e dei nostri colleghi.
Quando si tratta di imparare la sicurezza sul lavoro ci vengono subito in mente i Corsi di Formazione, c’è il docente, si ascolta per mezza giornata, si fa un test e si riceve un attestato. Talvolta si sente parlare di “Addestramento”. E può capitare che il nostro pensiero vada d’istinto all’addestramento militare o all’addestramento di animali, domandandoci “oddio addestramento: ma che mi faranno fare?”. Allora magari andiamo sul Web, a cercare cosa ha di attinente questa parola con un corso di formazione. E qui ci imbattiamo in un’altra voce: “informazione”. La confusione aumenta e il mistero si infittisce: adesso abbiamo tre vocaboli, per certi aspetti simili, per altri collegati tra loro da chissà che cosa.
Ma posso subito tranquillizzarvi. Questi tre termini, evidentemente con significati e proprietà differenti, fanno parte di un unico “pacchetto”, previsto dalla normativa per far imparare la sicurezza. Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Partiamo dalle definizioni, ci viene in nostro aiuto il Testo Unico per la Sicurezza, il quale parla, appunto, di informazione, formazione e addestramento [Art. 2, Comma 1 lettere aa) bb) e cc) del D.Lgs. 81/08].
L’Informazione è il primo step di conoscenza fornito al lavoratore sui rischi generali a cui sarà esposto durante la sua mansione specifica. E, quindi, sull’identificazione, la riduzione e la gestione dei rischi nell’ambiente di lavoro di riferimento. Questa attività viene svolta principalmente dal datore di lavoro, dal Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) o da entrambi. In alcuni casi è possibile rifarsi a un’informativa scritta da consegnare al lavoratore per conoscenza e accettazione. Non è previsto un numero di ore da dedicare all’informazione ma serve a fornire una prima “infarinatura” al neoassunto in materia di salute e sicurezza sul lavoro in relazione all’attività/mansione svolta. Anche il semplice segnale di avvertimento è in grado di fare informazione. Se io lavoratore vedo sulla porta di accesso ad un reparto un cartello che mi segnala la presenza di un rischio rumore superiore ad 87 dB(A) sono informato, so che dovrò fare qualcosa per proteggermi. Per sapere esattamente cosa fare però devo essere formato.
La Formazione, quindi, offre un qualcosa in più al lavoratore. Infatti, è definita come il processo educativo attraverso il quale vengono trasferite ai lavoratori nozioni e procedure utili, e grazie cui vengono sviluppate le competenze necessarie per lo svolgimento in sicurezza del proprio lavoro. È tramite la formazione che al lavoratore viene insegnato come proteggersi dai rischi presenti nel luogo di lavoro. Tornando al nostro esempio, se sono stato correttamente formato, so che di fronte ad un ambiente rumoroso dovrò dotarmi ed indossare degli otoprotettori. Inoltre, sempre grazie alla formazione so anche quali sono gli otoprotettori adatti per lo specifico livello di rumore che trovo nel reparto.
Fornire la formazione per la sicurezza va inteso come dare al lavoratore gli strumenti necessari a comprendere le informazioni ricevute e le situazioni che si presentano. Rientra nella sfera dell’educazione. Non si tratta più di trasmettere informazioni, della serie “quando vedete un cartello triangolare giallo e nero, significa che è presente una condizione di pericolo residuo a cui dovete prestare particolare attenzione”, ma di iniziare a sviluppare competenze con lo scopo di ottenere comportamenti di risposta alle informazioni, per riconoscere i pericoli ed affrontarli come previsto dalla valutazione dei rischi e dalle procedure di sicurezza.
La Formazione è disciplinata dalla Normativa, è previsto un limite minimo di ore obbligatorie da fornire a lavoratori, preposti e dirigenti (e ben presto anche ai datori di lavoro) tramite Corsi di Formazione o Aggiornamento. Durante questi corsi si provvederà a soffermarsi sulle misure di prevenzione e protezione che devono essere attuate per evitare incidenti ed infortuni. È obbligatoria deve essere tenuta entro 60 giorni dalla data di assunzione ed è articolata in parte generale (4 ore comuni a tutti i lavoratori) e parte specifica per settore e livello di rischio (basso, medio, alto). Il Legislatore ha previsto che la formazione sia fornita anche sotto forma di aggiornamenti: se è vero che il cambiamento è all’ordine del giorno, è necessario adeguare le nostre competenze nel far fronte ai pericoli.
Ma da sole informazione e formazione non sono sufficienti. Per fare un parallelismo con il mondo dello sport, non basta sapere le regole per poter competere, è necessario anche fare allenamento e fare in modo che movimenti e schemi di gioco (leggasi dispositivi di protezione e procedure di sicurezza) siano assimilati dall’atleta e diventino automatismi da mettere in pratica durante la competizione. Nella sicurezza sul lavoro l’allenamento viene definito addestramento.
L’Addestramento, quindi, è il complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro. Rappresenta quel percorso che porta il lavoratore a imparare come si opera correttamente. Non si tratta più di informare e di educare, ma di affiancare nello svolgimento delle specifiche attività di lavoro, finalizzate a garantire che i lavoratori effettuino le singole operazioni in modo conforme a quanto previsto.
L’addestramento consiste nella prova pratica e nell’esercitazione applicata.
Viene effettuato da una persona esperta, nei luoghi di lavoro e durante l’orario di lavoro. Tra i tre termini è quello che ha una valenza più pratica e operativa. Il lavoratore utilizza mezzi, macchinari, attrezzature, preparati o movimenti, con il fine di entrare in confidenza con il giusto modo di lavorare per poter evitare infortuni o malattie professionali. Ecco quindi che, di fronte al segnale che mi avvisa del rumore (che ho riconosciuto con l’informazione) so (grazie alla formazione) che devo indossare i tappi espandibili con indice SNR pari a 36 dB, ora indosso correttamente gli otoprotettori all’interno dell’orecchio, perché con l’addestramento ho imparato a schiacciare il tappo, a sollevare con una mano il padiglione e con l’altra inserire il dispositivo fino a riempire correttamente il condotto auricolare.
Ricapitolando, per creare la cultura della sicurezza all’interno di una azienda abbiamo a disposizione l’informazione, la formazione e l’addestramento, che, in accordo con la normativa, devono essere svolti:
È la cultura che contraddistingue una popolazione, mi piace pensare che il popolo del lavoro possa essere guidato dalla cultura della sicurezza.
E chissà che un giorno non si possa iniziare a fornire questa cultura partendo dall’ambiente scolastico, dove è più semplice assimilare informazioni e creare competenze.
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