Il lavoro sicuro trova nella legge 215/21 una robusta tutela, supportata da accurate verifiche e severe sanzioni per le aziende non virtuose. L’invito è sempre lo stesso: applicare la normativa comprendendone il valore, l’utilità e l’efficacia
Quanto introdotto dalla legge di conversione n.215 del 17/12/2021 ovvero la norma “recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” costituisce una pietra miliare nel panorama dell’evoluzione del sistema di prevenzione della sicurezza nei luoghi di lavoro. La norma apporta una modifica sostanziale alle regole da applicare all’interno del luogo di lavoro. I punti di maggiore rilevanza possono essere così sintetizzati:
Il sistema dei controlli oggi risulta potenziato dalle attribuzioni affidate all’ Ispettorato Nazionale del Lavoro. Suo compito sarà integrare e rafforzare i controlli sino ad ora svolti in prevalenza dalle ULSS. Con la circolare n.3 e 4 del 9 dicembre 2021, oltre ad estendere l’ambito di operatività dell’ispettorato, si è affidato all’organo ispettivo il pesantissimo strumento della “sospensione dell’attività lavorativa. La sospensione riguarderà quelle aziende, o lavoratori, che risultano non aver adempiuto agli obblighi minimi normativamente stabiliti.
Lo strumento della sospensione dell’attività, in precedenza adottato solo in caso di recidiva, diventa pertanto uno strumento di grande efficacia verso quei datori di lavoro che ancora, nel 2022, interpretano la sicurezza sul lavoro come un guazzabuglio squisitamente teorico. Si è introdotto, oltre alla contestazione amministrativa, anche lo strumento dell’allontanamento del lavoratore qualora lo stesso non risulti adeguatamente formato e addestrato. Segno questo di una forte spinta del governo verso il ruolo strategico che riveste la formazione al fine di costruire la consapevolezza dei lavoratori sui rischi specifici o ambientali presenti nel proprio luogo di lavoro.
L’addestramento dei lavoratori sull’uso dei dispositivi di protezione individuali (guanti, mascherine, ecc.) e sui macchinari/attrezzature che ogni giorno vengono utilizzati deve essere preciso e puntuale per contrastare quella routine che spesso rappresenta la ragione dell’infortunio invalidante o mortale.
Ritengo che la ratio che sottende l’intero percorso normativo sia non tanto quello del rafforzamento della sanzione quando l’insistenza nella direzione di un importante cambio culturale. Si vuole sottolineare ai datori di lavoro che la sicurezza deve essere sempre al primo posto nelle priorità della direzione, per evitare l’infortunio sul lavoro grave o gravissimo, che quando si verifica è una sconfitta non solo per la singola azienda ma per l’intera nazione.
Concretamente ritengo che il legislatore possa e debba fare di più, imponendo, ad esempio, alle aziende una voce di bilancio da indicare come “oneri della sicurezza”. Ogni azienda, in proporzione alle proprie dimensioni e al proprio fatturato, dovrebbe stanziare una certa somma da destinare al miglioramento del proprio sistema di gestione della sicurezza sul lavoro e della crescita dei propri lavoratori.
Un’ultima importante novità riguarda il ruolo del preposto, figura esistente sin dall’emanazione della legge 81 del 2008 ma spesso sottovalutata delle aziende. Oggi si impone a tutte le aziende di nominare almeno un preposto. Il suo ruolo è incrementato rispetto al passato, sin ad attribuirgli il potere di interrompere l’attività lavorativa se non vengono rispettate le misure di sicurezza, ma con quale onere? Oggi il preposto, qualora non dimostri di adempiere ai propri compiti, potrà essere chiamato a rispondere sia civilmente che penalmente, in quanto gli viene attribuita la pesante responsabilità che finora competeva al solo datore di lavoro. Il preposto rappresenta trait d’union tra la dirigenza e i lavoratori, il punto di contatto tra una procedura ben scritta e la sua reale applicazione in azienda. I datori di lavoro, pertanto, alla luce delle modifiche normative dovranno imparare a vedere questa figura come il vero “garante della sicurezza” in azienda.
Stiamo quindi lavorando nell’ottica di incrementare la cultura della sicurezza come parte integrante delle attività di ogni giorno, sensibilizzando ogni persona a riconoscere, dietro i dati statistici degli infortuni, la realtà quotidiana di persone e famiglie che hanno il diritto di svolgere il proprio lavoro senza rischi per la salute o addirittura per la vita.
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