Importanti novità sono in arrivo per le aziende in materia di sicurezza delle macchine. Con l’avanzare del progresso scientifico e tecnologico si è ritenuto necessario adeguare l’attuale direttiva in vigore dal 2006 e ormai destinata a divenire obsoleta.
Tra le principali modifiche, saranno regolarizzati tutti i nuovi rischi derivanti da: • Lavorazioni a diretto contatto uomo-robot, poiché i robot collaborativi (co-bots) stanno aumentando in modo esponenziale
• Macchinari interconnessi digitalmente
• Limiti e modalità d’influenza degli aggiornamenti dei software sul funzionamento e comportamento del macchinario dopo la sua immissione sul mercato
• Limiti e capacità dei fabbricanti di condurre una valutazione completa del rischio sulle nuove tecnologie dotate di apprendimento automatico
Come si può già intendere, il tentativo del legislatore è quello di inseguire e di porre dei paletti attorno ad un nuovo ed incontrollato terreno, costituito da tecnologie sempre più efficienti ed intelligenti (un esempio sono le macchine su cui sono installate intelligenze artificiali autonome) e adattabili anche a macchine già immesse sul mercato. Un grande impulso è da ricondurre anche ai recenti incentivi statali promossi con Industria 4.0. Questi incentivi hanno spianato la strada allo sviluppo contestuale di hardware e software e grazie ad essi un gran numero di aziende manifatturiere ha riconvertito in parte i propri vecchi macchinari.
Di conseguenza si afferma con sempre maggiore vigore il tema della multidisciplinarietà. Si richiede a chi fabbrica e immette macchine sul mercato di valutare anche i rischi legati all’intrusione di malware, virus e altre tipologie di attacchi informatici e di adottare, di conseguenza, adeguati sistemi di sicurezza. Oggetto della marcatura CE saranno non solo tutti i componenti di sicurezza, ma anche gli eventuali software di cybersecurity, qualora da malfunzionamenti possano conseguire infortuni sul lavoro.
Nel fascicolo tecnico della macchina sarà obbligatorio integrare la valutazione dei rischi con un altro aspetto fondamentale, ossia quello dell’autoapprendimento.
Il fabbricante dovrà progettare ed installare la componentistica, agendo sui circuiti di sicurezza in modo da definire a regola d’arte i limiti del comportamento della macchina.
Attualmente per le macchine già dotate di queste tecnologie non sono definite chiare regole di funzionamento e di sicurezza.
Ad oggi sappiamo che per le macchine immesse nel mercato prima del 1996 i datori di lavoro sono obbligati a verificarne i rischi e i sistemi di sicurezza, come indicati all’Allegato V del D.Lgs. 81/2008.
Nel caso di nuove macchine introdotte nel mercato dopo il 1996 occorre la marcatura CE. Lo stesso vale per macchine post 1996 che hanno subito modifiche sostanziali nel loro funzionamento.
Rimane una zona d’ombra sulle macchine prodotte ante 1996 e modificate in modo da includerle nel sistema digitale aziendale, ad esempio per la gestione, il controllo, l’avvio e l’arresto da remoto di macchine utensili. È certo che i prossimi passi saranno diretti verso quest’estesa area di grigio, ponendo le aziende e i datori di lavoro di fronte a nuove sfide con cui confrontarsi e cercando di fornire loro strumenti efficaci con il nuovo regolamento macchine, che diverrà uno dei principali riferimenti in tema di sicurezza sul lavoro durante l’attuale rivoluzione tecnologica. Alla fine, l’obiettivo rimane sempre lo stesso: progredire senza farsi male.
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