Rischio Biologico

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Il rischio derivato dall’esposizione ad agenti biologici fa parte di quella serie di rischi specifici che devono essere valutati mediante apposita relazione tecnica e che devono essere contenuti nel Documento di Valutazione del Rischio.

Gli agenti biologici sono microrganismi anche se geneticamente modificato, colture cellulari ed endoparassiti che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni. Solitamente questi agenti non vengono utilizzati nei processi produttivi, se non nei laboratori di sperimentazione, e si presentano come agenti infettanti non desiderati. Sono solitamente presenti in luoghi di lavoro dove viene svolta attività di assistenza alle persone (ambiente sanitario/ospedaliero, case di riposo, asili nido, ecc…), dove vi è assembramento di persone o dove vengono a crearsi condizione microclimatiche ideali per la proliferazione (piscine, saune, impianti di climatizzazione e idraulici, ecc.). Non di secondaria importanza sono le emergenze sanitarie che espongono la popolazione a rischi difficilmente controllabili.

Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione:

  • agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in oggetti umani;
  • agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
  • agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
  • agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

Con il termine di rischio biologico quindi si intende la possibilità che, in seguito ad esposizione o contatto con materiali vari infetti, costituiti per lo più da fluidi, un soggetto possa infettarsi e poi ammalarsi. Quando un microrganismo è penetrato all’interno del corpo umano, la sua presenza non sempre determina il manifestarsi di un’infezione. Nella maggior parte dei casi l’insorgenza di un’infezione è dovuta ad una serie di complesse interazioni che avvengono a carico delle molteplici componenti, in relazione all’agente infettivo, alla suscettibilità dell’ospite, e per quanto riguarda le infezioni esogene alle modalità di trasmissione. Le diverse componenti inerenti all’agente infettivo sono:

  • INFETTIVITA’: numero di microorganismi necessari a causare un’infezione;
  • PATOGENICITA’: capacità dell’agente di produrre una malattia dopo essere penetrato nell’organismo;
  • TRASMISSIBILITA’: capacità dell’agente di trasmettersi ad altri soggetti (aria, acqua, sangue, liquidi biologici infetti, secrezioni, cose infette, veicoli e vettori);
  • NEUTRALIZZABILITA’: possibilità di avere strumenti terapeutici o preventivi (es. vaccini).

Quelle che riguardano l’ospite invece sono rappresentate dai:

  • meccanismi di difesa (aspecifici);
  • dall’immunità umorale;
  • dall’immunità acquisita.

La valutazione del rischio biologico va quindi a considerare quegli aspetti critici in cui i lavoratori sono esposti all’agente biologico. Vengono quindi individuate le vie di contatto e contagio e vengono prese delle misure preventive e protettive che consentano ai lavoratori di svolgere la propria mansione in sicurezza. Vengono anche individuati quegli aspetti non caratteristici dei processi produttivi ma che comunque possono esporre i lavoratori al rischio. Per esempio vengono presi in considerazione gli impianti (idraulici, di climatizzazione, ecc.) e vengono predisposte delle campagne di sanificazione degli impianti in modo che non vengano e crearsi condizioni di proliferazione di agenti biologici (la legionella negli impianti idrici e di climatizzazione, acari e altri allergeni negli impianti di trattamento aria, ecc.). Come per la maggior parte dei rischi la valutazione prevede che un tecnico specializzato effettui un accurato sopralluogo e che proceda secondo le seguenti fasi:

  • Individuazione e censimento degli agenti biologici;
  • Studio dei diversi agenti e degli effetti ad esso attribuibili;
  • Studio delle possibili vie di contatto e contagio;
  • Individuazione delle misure di miglioramento da attuare per rendere l’esposizione al rischio accettabile.

Il D.Lgs. 81/2008 dedica all’esposizione agli agenti biologici il Titolo X.

La valutazione del rischio deve portare a galla quegli aspetti che richiedono degli interventi migliorativi finalizzati al contenimento del contagio. A tal fine sono strumenti indispensabile la formazione dei lavoratori riguardo il rischio biologico e la realizzazione di procedure preventive e protettive che ogni lavoratore deve conoscere e seguire. Occorre inoltre che il Medico Competente, in sede di sorveglianza sanitaria, prenda in considerazione la protezione sierologica e immunitaria dei lavoratori e che se necessario preveda opportune vaccinazioni (tetano, ecc…).

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