Rischio Cancerogeno
RICHIEDI CONSULENZAIl rischio derivato dall’esposizione ad agenti cancerogeni fa parte di quella serie di rischi specifici che devono essere valutati mediante apposita relazione tecnica e che devono essere contenuti nel Documento di Valutazione del Rischio.
Gli agenti cancerogeni sono quegli agenti in grado di provocare alterazioni genetiche che portano all’insorgenza di tumori. Per il rischio cancerogeno è bene sottolineare un aspetto fondamentale: rispetto a qualsiasi altro agente, non è possibile individuare la dose necessaria all’insorgenza degli effetti, pertanto non esiste un’esposizione che possa essere considerata sicura.
Nei luoghi di lavoro, possono essere presenti diversi agenti cancerogeni:
- Agenti cancerogeni contenuti all’interno di prodotti chimici;
- Agenti cancerogeni presenti nei fumi della saldatura dei metalli;
- Le polveri di cuoio;
- Le polveri di legno duro;
- L’amianto.
Risulta pertanto opportuno effettuare un’attenta valutazione dei rischi presenti in azienda finalizzata all’individuazione di tutti quegli agenti che possono essere considerati pericolosi. A sostegno dell’individuazione degli agenti cancerogeni occorrono in aiuto altre valutazioni dei rischi specifici. Per esempio la valutazione del rischio chimico spesso porta alla luce la presenza di agenti cancerogeni contenuti all’interno dei prodotti chimici. Infatti un agente cancerogeno o mutageno può essere rappresentato da un agente chimico, da un agente fisico (radiazioni ionizzanti) oppure da un agente biologico.
Quando nel processo produttivo viene individuato l’agente cancerogeno non si può intervenire riducendo l’esposizione del lavoratore al rischio. Bisogna intervenire eliminando il rischio oppure, se l’eliminazione non fosse possibile (per esempio chi fa bonifica di amianto e/o di siti contaminati) bisogna intervenire facendo sì che l’agente non entri in contatto con il lavoratore. Il processo di valutazione effettuato da tecnici specializzati richiede un approfondito sopralluogo in azienda finalizzato all’individuazione di tutti gli agenti cancerogeni presenti e allo studio dell’utilizzo dei vari prodotti in ogni fase lavorativa.
La valutazione prevede le seguenti fasi:
- Individuazione e censimento degli agenti cancerogeni;
- Studio degli agenti cancerogeni, delle vie di trasmissione (cutanea, respiratoria, per irraggiamento, ecc.) e degli organi bersaglio;
- Analisi del processo produttivo per identificare l’uso che viene fatto degli agenti cancerogeni;
- Individuazione delle misure di miglioramento da attuare per impedire che i lavoratori entrino a contatto con l’agente cancerogeno.
Le azioni migliorative devono essere attuate secondo il seguente ordine di importanza:
- Eliminazione del rischio (sostituzione di un prodotto cancerogeno utilizzato nel processo produttivo con uno non cancerogeno);
- Adozione di dispositivi di protezione collettivi: per esempio la segregazione in una fase produttiva con il convogliamento dell’agente cancerogeno all’esterno (intervento da attuare per esempio ad una segatrice che taglia legno duro);
- Adozione di dispositivi di protezione individuale (guanti, occhiali, maschere per le vie respiratorie, tute in tyvek, ecc.).
Qualora in azienda avessi un impianto di aspirazione con emissioni in atmosfera bisogna richiedere l’autorizzazione come previsto dal Testo Unico ambientale D.Lgs. 152/2006.
Una corretta progettazione dell’ambiente e della postazione di lavoro, un’adeguata conoscenza dei prodotti utilizzati, un’adeguata organizzazione dei processi produttivi, la formazione dei lavoratori sui rischi derivati dall’utilizzo agenti chimici, insieme alla sorveglianza sanitaria effettuata dal Medico Competente, garantiscono un costante monitoraggio delle condizioni di salute del lavoratore permettendo di intervenire prima del manifestarsi di qualsiasi disturbo. Il Datore di Lavoro inoltre deve istituire e aggiornare il registro degli esposti per il tramite del Medico Competente che deve istituire una cartella sanitaria e di rischio con le misure preventive e protettive da attuare per il lavoratore esposto al rischio cancerogeno.