Vi siete mai chiesti qual è la differenza tra suono e rumore? Un fisico acustico risponderebbe “nessuna”, in effetti il nostro orecchio percepisce indistintamente delle variazioni di pressione, le quali vengono tradotte in impulsi elettrici e inviate al cervello. È quindi il cervello che recepisce gli impulsi e ci fa sentire un suono o un rumore. La questione si complica quando c’è da definire se quanto sentiamo è piacevole o sgradevole. Il rumore del phon, ad esempio, può essere fastidioso per molti ma anche piacevole per alcuni che lo utilizzano come suono rilassante per addormentarsi, o ancora la musica heavy metal per qualcuno è bella per altri è un’accozzaglia di rumori.
Tuttavia, ci sono rumori che quasi universalmente vengono definiti sgradevoli, ad esempio il rumore del traffico stradale o ferroviario, o il funzionamento di alcuni impianti industriali. È vero anche che alcuni suoni, che noi stessi definiamo piacevoli, in alcuni momenti della giornata possono essere fonte di fastidio; si pensi ad una musica che ci piace ma riprodotta ad alto volume quando invece dovremmo riposare o concentrarci nello studio o nel lavoro. Con il progresso ci siamo dovuti scontrare con l’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo. Si parla anche di inquinamento luminoso. Ma c’è anche il rumore da considerare.
Si stima che l’inquinamento rumoroso generato dal traffico stradale sia dannoso per la salute di quasi un terzo delle persone nella regione europea, addirittura un europeo su cinque è regolarmente esposto a livelli sonori notturni che potrebbero danneggiare significativamente la salute. Non c’è solo la perdita dell’udito come possibile conseguenza di un’esposizione al rumore, l’inquinamento rumoroso è causa anche di altri disturbi fisiologici come problemi cardiovascolari, indebolimento delle difese immunitarie o problemi gastrointestinali; si presentano più semplicemente anche disturbi sociali con effetti sulla comunicazione, sull’apprendimento o sul riposo.
Ma come ci si difende quindi dal rumore?
Esistono diverse normative che pongono limiti alle immissioni rumorose, ad esempio regolamenti europei che pongono significative restrizioni alle grandi infrastrutture. In Italia il disturbo alla quiete è punito penalmente ed anche il nostro
Codice civile riconosce la normale tollerabilità del rumore, ma è con la legge n. 447 del 1995 che si è cominciato a dettare importanti regole per quelli che comunemente possono essere definiti disturbatori (strade, ferrovie, aeroporti, locali pubblici, stabilimenti industriali, ecc.) e quelli che sono invece gli ambienti da tutelare (ospedali, scuole, parchi pubblici e insediamenti residenziali).
Come si può intervenire sul rumore?
La normativa sul rumore ha individuato una figura che deve aiutare i cittadini e gli enti pubblici nella difesa dal rumore. Si tratta del tecnico competente in acustica, questa figura è in grado di stabilire quali sono le sorgenti disturbanti, i ricettori da tutelare e i limiti da rispettare. Vengono fatti quindi studi sull’impatto acustico e sul clima acustico e quando necessario vengono stabiliti i possibili piani di bonifica per riportare i livelli di rumore entro limiti non pericolosi per la salute umana. Detto così può sembrare semplice, ma gli interessi da soppesare sono molteplici, e spesso hanno ripercussioni economiche e sociali rilevanti.
Dai dati dell’organizzazione mondiale della sanità si evince che il lavoro da fare è ancora molto e che imparare a proteggerci dal rumore è un impegno da assumere nell’immediato futuro. Nel nostro quotidiano possiamo cominciare a capire se negli edifici in cui passiamo il nostro tempo sono rispettati i requisiti acustici o se negli ambienti di lavoro vengono mantenuti livelli di rumore entro i limiti, per arrivare a dare il giusto valore ai suoni e a difenderci dai rumori.
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