Il fuoco è un fenomeno che raramente ha origine naturale, il più delle volte è riconducibile a carenze organizzative o funzionali del territorio o dell’azienda coinvolte e nel peggior caso a comportamenti dolosi o colposi degli individui che per ragioni di negligenza, imperizia o volontariamente provocano questi eventi. Quando il fenomeno interessa le aziende, le conseguenze spesso sono catastrofiche con inevitabili ripercussioni sia sul fattore umano che economico. La prevenzione degli incendi costituisce una sfida continua per tecnici ed istituzioni. Il sistema legislativo di protezione dei luoghi di lavoro negli anni ha approfondito gli interventi di prevenzione degli incendi, introducendo normative che trasversalmente coinvolgono tutte le realtà produttive sino ad imporre loro un vero e proprio “titolo autorizzativo” per poter operare, altrimenti noto come Certificato di Prevenzione Incendi. Eppure continuiamo a riscontrare che molte delle realtà produttive minori non solo ne sono sprovviste ma non applicano nemmeno le minime regole di prevenzione, salvo poi interrogarsi sul perché eventi così gravi li abbiano colpiti.
Capita ancora di imbattersi in aziende con un solo addetto all’intervento in caso di emergenza incendio, magari il datore di lavoro o un singolo operaio, magari trasfertista, con quale risultato? Oltre all’inevitabile sanzione in caso di controllo da parte dell’autorità, il rischio materiale è rappresentato dalle conseguenze nefaste che si verrebbero a realizzare nel momento in cui dovesse svilupparsi un vero incendio. Oltre all’assenza di una vera cultura della sicurezza nelle aziende ciò che manca è la consapevolezza che eventi emergenziali potrebbero verificarsi in qualsiasi momento o in qualsiasi condizione di lavoro, distruggendo tutto quello che nel tempo è stato costruito.
Riscontrando che spesso la mancanza di consapevolezza della governance aziendale porta ai risultati sin qui descritti, l’Europa ha in progetto la realizzazione di interventi normativi importanti per porre rimedio a dette lacune, in particolare i filoni principali sembrano essere:
Una regolamentazione della figura del tecnico manutentore ovvero del soggetto che effettua la sorveglianza e il controllo della dotazione antincendio, che preveda un percorso rigoroso di formazione e addestramento oltre ad un periodico aggiornamento;
Una regolamentazione del soggetto formatore, ovvero del soggetto che organizza ed effettua la formazione tecnica degli addetti antincendio mediante un percorso con durata e contenuti vincolanti;
Una regolamentazione della documentazione di prevenzione incendi che deve essere conservata da tutte le aziende oltre all’obbligo di effettuare le prove di evacuazione annuali e l’adozione di procedure di emergenza;
L’introduzione di nuovi dispositivi salvavita, come il defibrillatore, mancanti ancora in molte realtà.
Ritengo importante sottolineare che l’orientamento dell’Europa insiste sulla formazione come strumento fondamentale di prevenzione. Per chi, come chi scrive, riveste il ruolo di formatore, riscontrare che l’intervento durante un’emergenza è avvenuto “secondo le indicazioni che gli sono state insegnate durante il corso” non ha prezzo e ripaga del tempo, delle fatiche e della determinazione impegnate nella volontà di raggiungere il difficile traguardo di modificare comportamenti ed abitudini scorrette. Proprio per questo ritengo che la formazione sulla gestione delle emergenze andrebbe anticipata fin dalle scuole primarie e materne, per far crescere nella consapevolezza che imparare le procedure di primo intervento è essenziale tanto quanto imparare a parlare o soddisfare i bisogni primari.
Facciamo un altro esempio: quanti di voi hanno almeno un estintore nella propria auto? Pochissimi o forse nessuno. In molti stati, a differenza del nostro, la dotazione antincendio negli automezzi non solo è consigliata ma addirittura obbligatoria, tanto che viene sanzionata con multe anche rilevanti, segno evidente di quanto deve ancora evolvere la consapevolezza della prevenzione nel nostro Paese.
Tornando al rischio incendio in azienda: considerando il costo enorme che può comportare in termini economici ed umani, risulta incomprensibile la sottovalutazione del pericolo che si esprime in elusione della normativa. Accade che l’imprenditore anteponga alla messa a norma antincendio altre priorità o che eviti di sostenere il peso economico dell’adeguamento alla normativa se non costretto dalle autorità. Tuttavia riscontriamo anche che le grandi realtà produttive hanno perfettamente compreso l’importanza del rispetto delle norme e non solo per preservare la struttura ma anche per la tutela dei propri lavoratori. La cultura imprenditoriale insegna che l’azienda “è” i lavoratori e la tutela dei propri lavoratori significa tutela della propria azienda. Questa visione di patrimonio aziendale coincidente con il patrimonio umano non solo valorizza l’azienda ma incrementa il senso di apparenza alla propria realtà di ogni singolo lavoratore. L’esempio di chi è più avanti nella cultura imprenditoriale mi auguro possa trascinare anche i più riottosi, con lo stimolo della legiferazione europea, ad iniziare un processo di adeguamento, magari lungo, ma da identificare come massima priorità aziendale.
RSPP e Docente Formatore
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