Le cronache riportano all’attenzione con frequenza drammatica la pericolosità dei cantieri, interrompiamo la scia di sangue degli infortuni rendendo operative le misure di sicurezza
Il cantiere è un’area di lavoro temporanea nella quale si svolgono lavori di costruzione edile o di ingegneria civile. È uno dei luoghi di lavoro più a rischio, teatro del maggior numero di infortuni sul lavoro. Garantire la sicurezza nei cantieri è sempre più una priorità per imprese edili e committenti, in applicazione della normativa vigente finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza del lavoratore.
Quando si parla di Salute e Sicurezza sul Lavoro nei cantieri, insieme alla stesura del Documento Valutazione dei Rischi, uno degli aspetti più importanti riguarda la redazione del Piano Operativo di Sicurezza, conosciuto come POS. L’articolo 90 comma 1 del Testo unico per la sicurezza 81/08 assegna la responsabilità della tutela dei lavoratori in cantiere al committente o al responsabile dei lavori. Ad essi è richiesto di pianificare le attività adottando in fase di progettazione le scelte tecniche e di organizzazione efficaci a garantire lo svolgimento in sicurezza.
Il committente appalta poi i lavori ad una o più imprese esecutrici oppure ad un’impresa affidataria che a sua volta si avvale dell’operato di altre imprese esecutrici subappaltanti. Il datore di lavoro di ogni impresa ha l’obbligo di garantire la sicurezza dei lavoratori nell’ambito della propria organizzazione. In presenza di una sola impresa in cantiere il progetto della sicurezza è sintetizzato nel solo Piano Operativo di sicurezza (il POS).
La prima misura di prevenzione è senza dubbio dotare tutti gli operatori dei dispositivi di protezione individuale. Ma come pianifichiamo le attività, come progettiamo e organizziamo le scelte tecniche di cantiere?
Ci viene in aiuto il Piano Operativo di Sicurezza, conosciuto come POS.
Il POS va redatto da tutte le imprese che entrano in un cantiere temporaneo o mobile. Quindi in caso di subappalto, con presenza di diverse imprese, ci saranno tanti POS quante le imprese presenti sul cantiere.
Il POS riporta tutte le informazioni relative al singolo cantiere: chi è l’impresa affidataria, l’attività svolta, i nominativi di chi gestisce le emergenze etc.. In più, valuta i rischi per tutte le persone coinvolte nell’opera da realizzare all’interno del cantiere. Individuando la situazione di pericolo ci si adopera per ridurre al minimo le cause di incidenti.
Il POS si completa con la valutazione dei rischi delle singole attività svolte all’interno del cantiere (e quindi anche le ditte subappaltatrici) e con l’elenco delle misure di prevenzione e protezione da adottare per poter gestire il cantiere in massima sicurezza.
Non solo: quando nel cantiere sono impegnate più imprese, ogni POS redatto dovrà essere coerente con il Piano Sicurezza Coordinamento Cantieri (PSC) trasmesso dall’impresa affidataria, cioè l’impresa che commissiona l’attività di cantiere, e redatto da un Coordinatore della Sicurezza.
Il PSC approfondisce quanto indicato nei singoli POS delineando le varie fasi operative del lavoro, individuando le situazioni più a rischio e prevedendo azioni concrete (correlate alla complessità dell’opera) per la messa in sicurezza del cantiere.
Entrambi, oltre alla descrizione dell’attività di cantiere, devono contenere la valutazione dei rischi e le misure preventive e protettive di miglioramento della sicurezza sul lavoro. Il PSC, rispetto al POS, presta una particolare attenzione ai rischi derivanti non direttamente dalle attività svolte ma dal cantiere in sè. Come, per esempio, la resenza di linee aeree o condutture sotterranee o di veicoli circolanti nell’area di cantiere.
Nel POS invece devono essere riportate informazioni generali, articoli di legge e norme tecniche che possano garantire l’utilizzo del documento come strumento operativo di pianificazione degli interventi di prevenzione che la singola impresa adotta per svolgere il proprio lavoro in sicurezza. I contenuti del POS devono rispondere ai requisiti specifici di semplicità, brevità, comprensibilità, specificità e coerenza e deve potere essere consultabile da tutte le figure professionali presenti in cantiere.
Come previsto dall’allegato XV del D.lgs 81/2008, i contenuti minimi del POS sono:
La mancata o l’incompleta elaborazione del Piano Operativo di Sicurezza comporta per il Datore di Lavoro un’esposizione a sanzioni che possono arrivare fino agli otto mesi di arresto, a 10.000€ di ammenda e alla sospensione dell’attività.
La trasmissione del POS, prima dell’inizio dei propri lavori, permette all’impresa affidataria di verificare la congruenza delle attività eseguite con quelle richieste, la quale trasmette poi la documentazione al Coordinatore per la Sicurezza in fase di Esecuzione (CSE). I lavori hanno inizio dopo l’esito positivo delle suddette verifiche che devono essere effettuate tempestivamente e comunque non oltre 15 giorni dall’avvenuta ricezione del POS (comma 3 del D.Lgs. 81 /2008).
Nell’ottica di una cultura della sicurezza il POS, come tutti i documenti di valutazione dei rischi, non deve essere considerato un mero adempimento amministrativo finalizzato ad evitare la sanzione. Ma uno strumento essenziale di prevenzione, in grado di fornire indicazioni di comportamento per la tutela della sicurezza, la sua assenza penalizza il buon svolgimento del lavoro di cantiere. Il Piano Operativo di Sicurezza non rallenta il ciclo produttivo, ma rappresenta un investimento volto a migliorare ogni aspetto della fase di produzione e incide sulla qualità del prodotto finale.
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