Dispositivi di protezione degli arti inferiori

I dispositivi specifici per gli arti inferiori
La protezione di gambe e piedi tramite dispositivi di sicurezza è strettamente connessa al tipo di rischio derivato dall’attività lavorativa svolta. Tra i principali DPI per gli arti inferiori si ricordano e distinguono tre tipologie di calzature: calzature di sicurezza, calzature protettive e calzature da lavoro per uso professionale. Le differenze attengono alle caratteristiche di queste, nonché alla rispondenza ad alcune classificazioni normativamente previste affinché possano tutelare efficacemente il lavoratore che li indossa.
Più precisamente:
- le calzature per uso professionale sono prive di puntale, quindi adatte solo a mansioni che non espongono il piede al rischio di caduta di materiale pesante;
- le calzature di protezione, dotate di puntale servono a tutelare il lavoratore da cadute di corpi fino a 20 chilogrammi di peso da non più di mezzo metro di altezza;
- le calzature di sicurezza, anch’esse con puntale e capaci di sostenere corpi fino a 20 chilogrammi di peso, sono però in grado di proteggere il lavoratore se il corpo cade ad un metro di altezza.
A questi dispositivi di protezione si aggiungono inoltre: ghette e gambali a protezione del solo polpaccio o dell’intera gamba da materiali incandescenti; copriscarpe in presenza di possibili rischi chimici o biologici; ramponi qualora si lavori in presenza di ghiaccio o altre superfici sdrucciolevoli.
I rischi per gli arti inferiori
Per poter scegliere i dispositivi di sicurezza più indicati, il datore di lavoro è primariamente tenuto a compiere una valutazione dei rischi connessi alle varie mansioni che verranno svolte alle sue dipendenze. Una corretta analisi dei fattori di pericolo è essenziale affinché i DPI possano assolvere correttamente la loro funzione.
Tra i principali rischi che possono coinvolgere gli arti inferiori, causando lesioni temporanee o addirittura permanenti, occorre innanzitutto menzionare lo scivolamento e la caduta accidentale di oggetti pesanti: da entrambe le ipotesi possono conseguire per il lavoratore urti e contusioni, determinati dal violento impatto con superfici o oggetti. Tagli e punture, causati dallo scontro con lame o altri corpi contundenti. A questi pericoli si aggiungono anche il rischio chimico, determinato dall’utilizzo, o dalla semplice presenza nell’ambiente di lavoro, di agenti chimici (anche potenzialmente cancerogeni), nonché il rischio biologico, conseguente al contatto con superfici o prodotti infetti.