Una "percentuale" per salvare vite

La morte di una persona sul luogo di lavoro è e rimane una sconfitta nazionale. Ancor di più quando a perdere la vita è un ragazzo di 18 anni. Tutto il sistema, dalle istituzioni alle singole imprese, dovrebbe chiedersi come mai nel 2022 sia possibile perdere la vita sul luogo di lavoro con una frequenza disarmante.

Troppo poco ancora le aziende percepiscono l’importanza delle misure di prevenzione. Troppe aziende vedono nella sicurezza un costo e quasi mai un beneficio, troppo spesso la formazione viene additata come una perdita di produttività e non un investimento. Spesso il datore di lavoro (o la governance aziendale) percepisce l’importanza del ruolo della prevenzione e del Servizio di Prevenzione e Protezione solamente al momento del bisogno, per esempio dopo un infortunio o a seguito di qualche ispezione da parte delle autorità.

Ma se il fulcro di ogni impresa è rappresentato dalle risorse umane, perché un’azienda è disposta ad investire migliaia di euro in macchinari e solamente poche centinaia di euro nelle persone?

morti sul lavoro

Un cambiamento culturale

Oggi, bisogna desiderare un cambiamento culturale: le istituzioni, i controlli, le ispezioni non sono sufficienti! Viviamo in un tessuto sociale variegato e frastagliato, ove vi sono aziende ancora del tutto estranee al sistema sicurezza, del tutto ‘fuori norma’, datori di lavoro che non hanno la minima percezione del rischio.

Non possiamo immaginare un sistema che guardi alla grossa multinazionale, che avrà sicuramente personale addetto a seguire e fare applicare la prevenzione. Dobbiamo guardare la realtà: la PMI media italiana non dispone di risorse come la grossa azienda. Ma è proprio lì che il vero pericolo si annida perché è proprio nella media realtà che il sistema macroeconomico impone di ridurre i tempi di produzione e di massimizzare i profitti.

lavori alta quota

Sistemi di gestione e Modelli di organizzazione 231

I sistemi di gestione per la sicurezza, e in particolare l’adozione di modelli organizzativi (come previsto dal D.Lgs 231/2001), permettono certamente di aiutare l’imprenditore nella ‘gestione’ del sistema prevenzionistico. L’esistenza di un Organismo di Vigilanza (reale e non solamente formale) aiuta la realtà produttiva nel migliorare i processi nell’ottica di riduzione del rischio di infortunio imponendo al datore di lavoro delle scelte, a volte non condivise, ma che mirano al miglioramento della cultura della sicurezza. Scelte, per esempio, che impongono dei piani di sviluppo aziendale, investimenti sul personale, aumento della consapevolezza del rischio, soluzioni tecnologiche avanzate.

L’art. 2087 del Codice civile, come pietra miliare del nostro sistema, impone al datore di lavoro di adottare tutte le soluzioni che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie per tutelare l’integrità fisica e la personalità morale di ogni lavoratore.

Si potrebbe partire chiedendo ai datori di lavoro: quanti conoscono l’esistenza dell’art. 2087? E magari chiedere l’evidenza (rispetto al fatturato) di quanto è stato investito negli ultimi anni in materia di sicurezza sul lavoro.

Poi si potrebbe passare a chiedere alle Istituzioni: perché non far diventare la sicurezza voce obbligatoria del bilancio aziendale? Perché non far dedicare alle imprese una percentuale annuale del fatturato da investire in materia di salute e sicurezza? Quanto vale una vita?

Noi di Obiettivo Ambiente Ti garantiamo un’offerta integrata: dai corsi di formazione e addestramento ai servizi di consulenza per mettere in tutta sicurezza la tua azienda (DVR, SPP, POS, sistemi di gestione e modelli di organizzazione 231, etc). 

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